Conosciamoli meglio

Giuggiole, frutti dimenticati

Giuggiole, un frutto dimenticato

Molte persone non conoscono le giuggiole, dei piccoli frutti che fino a poche decine di anni fa erano molto comuni. Il motivo della loro rarità è che la produzione è limitata ad un ambito familiare e non esiste una coltivazione intensiva.

Giuggiole, un frutto dimenticato

Le giuggiole

Le giuggiole sono il frutto del giuggiolo, arbusto probabilmente originario dell’Africa settentrionale e della Siria, che ha poi trovato un clima adatto anche in Asia. Pare che siano stati gli antichi romani a portarlo in Italia. Appartiene alla famiglia delle Ramnacee e tra esperti viene identificato come Ziziphus jujuba.

Le giuggiole sono grandi più o meno come olive, si raccolgono tra settembre ed ottobre e sono davvero gustose; se raccolte ancora un po’ acerbe, presentano una pelle liscia color verde-arancio e un sapore molto simile a quello della mela, poi con il procedere della maturazione diventano marrone rossiccio, la pelle appare raggrinzita e il loro sapore diventa decisamente più dolce, simile ad un dattero: per questo motivo l’albero è chiamato anche dattero cinese .

Giuggiole

Proprietà

Le giuggiole sono frutti dimenticati ma ricchi di proprietà benefiche, che possono aiutare il nostro corpo a stare meglio. Sono particolarmente ricche di antiossidanti, in particolar modo di polifenoli che, insieme alla vitamina C, potenziano gli effetti benefici sulla salute, aiutano la digestione e a dormire meglio. Altre proprietà di questo frutto sono quella antinfiammatoria, grazie ai tannini, e quella di coadiuvare la circolazione sanguigna, essendo ricco di fosforo e ferro.



Consumo

Le giuggiole si possono consumare fresche subito dopo la raccolta, oppure si possono conservare per lungo tempo essiccandole o mettendole sotto spirito; si prestano inoltre per preparare confetture e sciroppi, o come ingrediente per farcire dolci secchi e biscotti. Il frutto del giuggiolo è inoltre l’ingrediente principale della ricetta di un particolare liquore, conosciuto come “brodo di giuggiole”.

Nelle famiglie contadine, era consuetudine preparare un infuso idroalcolico naturale a base di frutta autunnale: giuggiole mature, mele cotogne, melograni e uva.  Secondo il periodo di maturazione, la frutta veniva messa a pezzi in un vaso con alcol e con l’aggiunta di zucchero e scorze di limone, si otteneva un succo liquoroso che per la sua dolcezza era chiamato “Brodo di Giuggiole”, forse perché la giuggiola era l’ultimo frutto di stagione ad essere invasato. Il termine passò nell’uso comune ad indicare un qualche cosa di dolce e buono al punto che “andare in brodo di giuggiole” è sinonimo di gongolare di gioia.

Giuggiole

L’articolo qui riportato è frutto di ricerca ed elaborazione di notizie pubblicate sul web e le informazioni fornite hanno uno scopo puramente informativo e sono di natura generale.

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